Le Storie
…volse di notte tempo quando li suoi dormivano andare a pisciare a detta finestra…
E così Lessandra, questo il nome dell'anziana protagonista della storia, precipita dalla finestra e muore. La vicenda non finisce qui; quasi due anni dopo il figlio Vittorio, accusato di averla gettata dalla finestra, verrà incarcerato e processato.
L'inizio della storia.
Si legge nel libro dei morti di San Lorenzo a Montepoli, alla data del 28 dicembre 1668: Donna Alessandra figlia d'Andrea Giovannini vedova moglie fu di Pier Lorenzo Fusi da Montepoli d'età d'anni ottanta incirca passò da questa a vita migliore il dì 27 dicembre detto ad hore quindici e sepolta il dì 28 detto a ore diciannove in questa Chiesa nella sepoltura delle donne della Compagnia. Quale Lessandra morì di caduta dalla finestra della casa dove è la colombaia di casa sua et a quella finestra che è volta verso la Chiesa che è alta più di otto braccia e fu veramente mera disgrazia e poca accortezza di detta donna che così vecchia e già malata volse di notte tempo quando li suoi dormivano andare a pisciare a detta finestra e qui salì e mancandole la forza et non gli reggeva forse il capo cadde da detta finestra giù diede sopra sassi che si fece più ferite al capo e al viso e da suoi sentita dolersi fu portata in casa e quivi accorsi io e li diedi l'olio santo, e poi tornata in sé si sacramentò e dopo poche ore morì essendo io presente in casa. La corte di Scarperia fece la visita al cadavere e poi lo seppellì in questa Chiesa.
Io Prete Giovanni Celli.
(AAF RPC 1213.2)
La visita del notaio all'abitazione della vittima e le prime testimonianze.
Addì 28 dicembre 1668
Trasferitomi io notaio de malefizi infrascritto dell'Illustrissimo Signor Vicario di Scarperia nel Popolo di San Lorenzo a Monte Poli alla casa di Pier Lorenzo Fusi addove si asserisce ritrovarsi morta donna Sandra già moglie di detto Pier Lorenzo Fusi suddetto l'asserta caduta dove pervenuto et entrato nella detta casa fu visto sopra un letto iacente un cadavere di donna di statura bassa d'età per quanto dimostrava d'anni ottanta con il corpo tutto fasciato e coperta con lenzuolo coperta di panno quale cadavere fatto scoprire e sfasciare e denudare fu visto nella tempia della parte destra una ferita contusa e lacerata che tiene tutta la medesima tempia con scopertura d'osso giudicata d'armi item nella mascella della medesima parte destra sotto l'occhio due dita altra percossa con scopertura d'osso di larghezza due dita trasversali con molto sangue attorno come per tutta la medesima parte del viso né altro fu visto benchè per anco (…).
Constituti personalmente avanti
Giovanni di Lorenzo Corsini di detto Popolo e Cosimo di Jacopo Corsini di detto luogo i quali spontaneamente dato il giuramento in forma factis, moniti.
D: Se conoschino il presente cadavere che iacente vedono sopra detto letto e come si chiamasse per nome quando era in vita.
R: Si che lo conoschiamo e quando era in vita si chiamava Lessandra di Pier Lorenzo Fusi, oggi vedova di detto.
D e R: La conoschiamo per essere tutti d'un medesimo Popolo.
Vengono interrogati i figli di donna Lessandra.
Addì 7 gennaio 1668 [NdR: a quel tempo, nel Granducato di Toscana l'anno aveva inizio il 25 marzo ab incarnazione, si tratta quindi del gennaio 1669, secondo il nostro calendario]
Compare personalmente avanti
Pier Francesco di Pier Lorenzo Fusi fatto venire per informazione dalla Corte e per causa della morte seguita di sua madre, dato il giuramento in forma factis, monito.
D: Se sappia la causa perché si debba esaminare.
R: No.
D: Se abbi moglie.
R: Si.
D: Se abbi padre e madre vivi.
R: No perché mio padre sarà da sei anni che è morto e mia madre morse pochi giorni sono.
D: Come si chiamasse sua madre.
R: Si chiamava Lessandra.
D: Di che male morisse.
R: Morse perchè cascò d'altezza d'una finestra di casa, e credo cominciassi a girare e fuggirsi la morte perché era stata ammalata circa à un mese.
D. e R: Cascò dalla finestra di notte et doveva essere tre hore avanti giorno che così mi disse lei la mattina perché non morì subito.
D. e R: Mi disse io andai per orinare e salire su la finestra e così mi scappò un piede e cascai.
D. e R: Vi era con mia madre in casa a dormire due bambine mia nipote e Vittorio mio fratello.
D. e R: Per quanto mi disse mia madre avanti morisse dovette cascare da per se dalla finestra e poi io credo perché ha hauto tanto male e certo doveva essere uscita di se e non doveva sapere quello si facesse.
D.e R: Ho detto il vero.
(…)
Quasi due anni dopo, l'accusa a Vittorio Fusi.
Avanti al Molto Illustrissimo Signore Vicario di Scarperia e sua Honoranda Corte compare.
Jacopo Fabbrini caporale del bargello di campagna nella squadra di Scarperia brevemente espone come da suo amico segreto gli è stato referito che il dì 27 del mese di dicembre 1668 seguissi omicidio a Monte Poli Podesteria di Scarperia nella persona di donna Sandra Fusi vedova di detto logo e che tale omicido habbia commesso Vittorio di Piero Lorenzo Fusi da Montepoli suo figliolo per havere buttato detta sua madre a terra d'una finestra e che in tale tempo era sindaco di detto comune Giovanni Corsini perchè il comparente ha presentito non esser tale fatto venuto in luce alla Corte domanda e fa istanza esaminarsi sopra tale fatto.
Piero di Giovanni di Gherardo e donna Nanda vedova come più vicini di casa a detto Vittorio scienti di quanto dalli (…) viene esposto a fine che si venga in cognizione di quanto sopra acciò che tale delitto non rimanga impunito havendo perciò fatto cattura di detto Vittorio asserto omicida e di detto Giovani Corsini Rettore in tale tempo contro de quali domanda che si proceda contro Vittorio omicidiario e secondariamente contro detto Corsini per non havere referito detto malefizio e sopra ciò domanda quanto sia spediente e necessario per interesse del fisco e tutto.
Hanno inizio nuovi interrogatori.
Addì 30 settembre 1670
Compare personalmente a questa Corte citata
Donna Leonarda figlia di Domenico e moglie di Francesco d'Antonio Tonietti dal Monte Poli testimone nominata da Jacopo Fabbrini per esaminarsi ex-officio per informazione della Corte sulla sopradetta causa alla quale dato il giuramento in forma factis
D: Se sappia o si immagini a quale effetto sia stata citata a comparire subito.
R: Io non so a che fine son chiamata qui.
D: Dove lei constituta habiti di casa familiarmente.
R: Habito a Monte Poli.
D: Chi sieno i sua vicini.
R: Il più vicino che io habbia è Piero di Giovanni di Gherardo che è ammalato di febbre et che ha mandato qua la Margherita sua moglie a riferirlo a V. S.
D: Se lei constituta ha pratica di tutti gli habitanti di Monte Poli.
R: Signor si che io conosco tutti di quel paese.
D: Se conosce Vittorio di Pier Lorenzo Fusi.
R: Signor si che io lo conosco.
D: Se detto Vittorio sia suo vicino.
R: Signor si che è mio vicino.
D: Se sappia dove di presente si ritrovi detto Vittorio.
R: Io ho sentito dire che lui è qui in segrete.
D: A chi l'habbia sentito dire.
R: A suoi nipoti e li ho sentiti piangere e dire hanno il loro zio in prigione.
D: Dica perché causa detto Vittorio sia prigione.
R: Io non so la causa ne perchè.
D: Che persone siano le nipoti di Vittorio Fusi.
R: Son due fanciulline piccole figliuole di Antonio suo fratello.
D: Se Vittorio al presente ha padre, madre, moglie e figliuoli.
R: Lui non ha né padre né madre né moglie né figlioli ma è garzone.
D: Se sappia come si chiamasse mentre viveva la madre di Vittorio.
R: Si chiamava Lessandra o Sandrina come vuole V. S.
D: Quanto tempo sia che detta Lessandra è morta.
R: Sono parecchi mesi che morì ma del tempo preciso non mene ricordo.
D: Di che età era la detta Lessandra quando morì.
R: So che era vecchia bene e haveva dimolti anni quando morse, è era curva ma non di meno andava alla Messa.
D: Se detta Lessandra sia morta di morte naturale o violenta.
R: So che lei cascò a terra da una finestra e mediante tal caduta si morì.
D: In che maniera sappia che detta Lessandra cascasse a terra da una finestra.
R: Lo so perchè quando lei cascò mi sovviene come su fusse ora, che io ero nel letto sentii piangere, mi pareva fatica a levarmi con tutto ciò mi levai, uscii di casa e veddi che Vittorio suo figliolo l'haveva presa sotto le braccia e piangendo diceva O' mia madre, che havete voi fatto e se io non andavo à aiutarli non l'harebbe condotta in casa perchè non poteva andare e si era tutta sfracellata.
D: Quanto sia alta la finestra dalla quale dice esser cascata donna Lessandra detta.
R: Di fuora e alta dimolto ma anco per dentro non è bassa.
D: Se sappia a un dì presso quanti anni ha detta Lessandra.
R: Penso che havesse assolutamente settanta anni perché era gobba e andava chinata davanti.
D: Quanto sopravvisse donna Lessandra doppo che fu cascata.
R: Cascò la notte circa le sei hore e la mattina a hora di Messa era morta perché si era sfracellato tutto il capo.
D: Se detta donna Lessandra parlasse.
R: Si parlava benissimo, anzi quando io arrivai lassù gli dissi ò Sandrina, che havete voi fatto e lei subito mi rispose che era cascata.
D: Se le dicesse in che maniera era cascata.
R: Lei mi disse che li rincresceva stare a letto e che levatasi era andata alla finestra e perchè era lume di luna pensava che fusse giorno e che nel chinare il capo come fanno i vecchi all'età che era lei venne à cascare.
D: Che cosa fusse andata a fare alla finestra a quell'ora.
R: Mi disse che era andata come già vi ho detto et i sua di casa dissero che lei era andata a orinare et io quando arrivai in camera viddi che su la finestra vi era molle.
D: Che dica la causa perché Vittorio suo figlio non habbi preso moglie.
R: Io non lo so, ma so bene che mentre viveva sua madre lui non ne voleva torre per non disgustarla.
D: Finalmente che la Corte ha notizia che il caso di detta donna Sandra non sia passato né seguito come lei lo rappresenta ma si bene che la medesima fosse gettata forzatamente da detta finestra.
R: Io non so queste cose ma sempre si è detto che lei cascasse da per se.
D: Se nel tempo che cascò detta donna Sandra ministri della Corte del Signr Vicario di Scarperia fussero a visitarla.
R: Signorsì che ci fu il Magistrato di quel tempo in compagnia di Francesco Fabbrini messo.
D: In che maniera sappia che ci fusse il Magistrato con detto messo.
R: Lo so perché ero li a posta per vestirla ma non prima di fare detta funzione si aspettò che la Corte la visitasse.
D: Se doppo che donna Lessandra detta fu caduta lei constituta la sentisse lamentare e dire che vi fusse stata gettata da nessuno di sua casa.
R: Signornò che io non sentii mai che lei dicesse tal cosa.
D: Che mentre non si dispone a dire meglio la verità non solo si manderà in segrete ma si procederà seco à maggiori rigori.
R: Io non so che mi dire la verità l'ho detta lui è padrone faccia di me quel che lui vuole, già vi ho detto che quando sentii piangere mentre ero a letto mi levai e corsi e di subito mi disse che era cascata, di poi non parlò a altri che a me et io non vi posso dire altro.
Et minacciata di nuovo di mandarla in carcere segrete
R: Io non posso dire altro quel che ho visto e sentito.
Onde visto che sta ostinata per indurla se sia possibile a confessare la pura verita fu di commissione mandata in carcere segrete.
Addì primo ottobre 1670
Compare personalmente avanti
Diacinto Fabbrini soprastante di queste carcere e referisce essere stato chiamato dalla suddetta donna Leonarda e che la medesima averli fatto istanza d'essere di nuovo esaminata, e voler dire la verità onde estratta e costituta personalmente avanti.
Donna Leonarda di Domenico carcerata sopradetta alla quale dato di nuovo il giuramento si come giurò factis, monita.
D: Che dica liberamente quanto ha determinato di dire sopra il fatto del quale hieri altra volta fu interrogata.
R: La Sandra madre di Vittorio mi disse che era cascata dalla finestra, io all'hora me lo credetti ma poi si è detto pubblicamente che il fatto non stava così ma che da quella finestra lei vi fusse stata gettata (…) dissero per tutto il nostro Comune che vi fusse gettata da quel Vittorio suo figliolo, so anco che per questo lui stette quaggiù prigione e li fecero spendere dimolti quattrini (…) sua gente e l'accomodorno e dissero che non era vero (…) la verità, ma quando hebbero messo fuora il denaro (…) che non era vero.
D: In tempo di quale Corte seguisse quanto lei dice e rappresenta.
R: So che era (…) ma non so il suo nome e non l'ho mai più visto dall'hora in qua che fu (…) a visitare la Sandrina.
D: Per che causa lei non dicesse hieri quel tanto che ha detto al presente.
R: Non lo dissi perché io sono una persona che non (…) vuol fare male a nessuno ma la verità è che a ognuno pareva impossibile che detta Sandra dell'età che era potesse essere cascata da per se a terra da quella finestra.ma quando uno vuole fare male dura poca fatica, finalmente tutto il popolo tiene che sia stata gettata da Vittorio suo figlio, ma per questo io non l'ho visto.
D: Che dica la verità liberamente altrimenti tornerà in segrete.
R: Quello che ho sentito dire pubblicamente l'ho detto e non posso dir altro. Posso dire che esternamente pareva che Vittorio gli voleva un gran bene, se poi internamente non era vero lo sa Dio e lui.
Monita e minacciata.
R: Lei mi creda che non gli posso dir altro, lui vede che ho il corpo a denti e anco ho lasciato una bambina a casa e per le strade che ha 4 anni è da Nocenti, se più sapessi più direi perché non posso stare per le carcere per li altri et se lui ha fatto l'errore se lo pianga.
Onde (…) e considerato particolarmente che lei constituta sia per partorire ogni (…) et havendosi la certezza che habbia lassata la casa e detta sua figliolina per le strade a benefizio di natura fu (…) di commissione rimossa e liberata.
(…)
La difesa di Vittorio Fusi.
Addì 11 dicembre 1670
Da Vittorio di Pier Lorenzo Fusi carcerato et inquisito sopradetto et per esso da Ser Giuseppe di Domenico Alfei di Scarperia fu presentato una comparsa con essere stato trasmesso il processo contro di lui fabbricato per asserto matricidio al magistrato dei Signori Otto per la resoluzione di esso fino al tempo del Signor Vicario antecedente et non haver potuto fare le sue difese stante la di lui povertà e desiderando in hoggi defendersi da detta inquisizione domandano scriversi lettera al predetto Magistrato per la sospensione della resoluzione di detto processo a fini di poter devenire alla difese e come più e meglio in detta comparsa dal tenore che in atti nr. 7.
L'interrogatorio e la tortura di Vittorio Fusi.
Addì 4 gennaio 1670
Estratto di carcere e comparso personalmente avanti
Vittorio di Pier Lorenzo Fusi carcerato et imputato supposto ad effetto di farseli constituto (…) bisognando in ordine alla suddetta resoluzione al quale dato il giuramento (…).
D: Se la carcerazione da lui patita l'habbia disposto di confessar meglio la verità di quanto non fece nell'altro suo esame.
R: La verità l'ho detta e non posso dir altro.
D: Che se havesse detto la verità di quello gli fu domandato sarebbe restato sbrigato un pezzo fa perché se intende d'esser spedito si disponga a confessare per verità quel tanto gli è stato domandato.
R: La verità l'ho detta e non sarà parso al Ministro che mi esaminò che io dicessi a suo modo, et per questo non sono restato spedito.
D: Che alla Corte vien rappresentato che lui carcerato gettasse sua madre dalla finestra a terra della casa che abitava fino dalli 27 dicembre 1668 et le 4 ore di notte mediante con la qual caduta se ne morì (…).
R: Non è vero non hanno rappresentato il vero perché morse da per se et sentitola lamentare andai a pigliarla e la ricondussi in casa.
D: Che se non risolve a confessare per verità se habbia veramente commesso tal matricidio toccherà della fune più di quello non si pensa.
R: No che io non ho fatto tal cosa se toccherò la fune pazienza.
(…) la sua pertinacia per eseguire (…) dal Signor Vicario fu ordinato farsi spogliare, legare et al canapo sottoporre e così spogliato et al canapo sottoposto.
D: (…) monito benignamente a confessare per verità quel tanto gli è stato detto altrimenti si farà elevare in alto.
R: Non dirò mai quello che io non ho fatto facci quello vole.
Et incontinenti fu dato ordine fusse elevato in alto et elevato disse o Dio mio lamentandosi con dire mi si sono allentate le mani.
D: Che non si voglia fare strapazzare ma confessi per verità quello gli è stato detto.
R: Sempre gridando misericordia e che tradimento è questo, non sarà mai vero che io dico quello non è vero.
D: Che per ancora non è (…).
R: Quello che ho detto ho detto ansimando continuamente Dio Gesù e che tradimento mi è stato fatto et appresso.
Monito benignamente a confessare per verità quanto gli è stato detto poichè se non fusse vero non saria stato rappresentato alla Corte.
R: O Dio non è vero se l'hanno detto l'hanno fatto per farmi questo male e così toccasse a loro sempre gridando et invocando la Madonna del Carmine aiutatemi mi vengo meno cadendoli il sudore dal viso gridando continuamente misericordia et sendo stato elevato per lo spazio di mezza hora d'oriolo a polvere con haver sostenuto la negativa fu di commissione del signor Vicario fatto calare, sciorre, rassettatali le braccia rivestito et così fu licenziato.
La sentenza.
Vittorio di Pier Lorenzo Fusi da Monte Poli non descritto si è proceduto dal (…) a querela di Jacopo di Filippo Fabbrini Caporale del Bargello di Campagna (…) del Sindaco (…) proseguito alla presente inquisizione. Perchè havendo concepito odio contro donna Sandra sua madre per cause non note accecato et infastidito come si può (…) dalla di lei lunga vita per non poter satisfare a se medesimo e suoi sfrenati capricci con poco timore di Dio e manco della giustizia istigato da diabolica ispirazione mentre che detta donna Sandra sua madre nella notte del 27 dicembre 1668 s'era levata di letto delirando per il male che haveva indosso 3 o 4 hore avanti giorno per andare a orinare, ne sapendo quello faceva, ne dove andava il detto Vittorio che non dormiva (…) il tempo di levarsela davanti a gli occhi levatosi di letto e presa detta sua madre di peso la gettasse fuora della finestra della camera (…) la qual caduta detta donna Sandra ne riportasse nella tempia destra una ferita contusa e lacerata (…) detta tempia con scopertura d'osso giudicata fatta da armi pungenti et altra percossa pure nella mascella destra sotto l'occhio due dita con scopertura d'osso di lunghezza due dita trasversali con quantità di sangue attorno come per la visita del cadavere della medesima, havendo detto inquisito commesso detto matricidio (…) divine et humane (…).
Vittorio di Pier Lorenzo Fusi da Mante Poli non descritto: assoluto con la clausola rebus sic stantibus.
(ACSp 1235, 1237)
E così alla fine, dopo il processo la tortura e la lunga carcerazione subita, Vittorio Fusi, viene liberato.